giovedì 24 febbraio 2011

Il Canyon del Gothay


L’arrivo al canyon risulta tranquillo è privo di pericoli, la taciturna guida, mandata del mercante, guida il gruppo attraverso un tratto di deserto privo di qualsiasi indicazione e non battuto da nessuna carovana, la distanza che separa questo posto dall’Oasi della Sorgente d’Argento sembra maggiore di quello che è in realtà.

Dopo essersi lasciati con la guida intenta a sistemare una segnalazione per la carovana di Rhotan Vor, i personaggi si avventurano nella spaccatura.

Il canyon non è un ambiente facile da domare e, in diversi punti, il gruppo è costretto a organizzare cordate per scalare pendii per cercare ogni possibile apertura che possa essere l’ingresso alla cripta dei Madar. Più di una volta il gruppo incontra creature del deserto assopite che aspettano solo una preda facile da assalire, ma decidono di evitare lo scontro e conservare le energie per altri pericoli.

Fortunatamente l’abilità del gruppo li porta in poco meno di un giorno a trovare quella che all’apparenza sembra una semplice grotta, che però al suo interno risulta fin troppo lavorata per essere una naturale formazione del canyon e, mentre si avventurano al suo interno, si rendono conto che forse e proprio ciò che stanno cercando.

Un essere scheletrico si materializza al centro della grotta dalla polvere e dalle vecchie ossa che giacciono per terra. A un suo cenno, altre ossa, vestiti e pezzi di armatura si riassemblano a formare guerrieri non morti che assaltano i personaggi da ogni lato, in pochi attimi il gruppo è assalito da un numero di nemici tre volte superiore a loro.

Lo scontro è duro, ma tra ossa frantumate e antichi poteri arcani il gruppo riesce a prevalere non senza riportare diverse ferite.

Ma la porta della cripta deve essere ancora spalancata…

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